Campamento de Verano – Campo estivo per bambini disabili: un progetto sostenuto da Coloresperanza a Salcedo, Repubblica Dominicana

Questa estate abbiamo sostenuto un progetto di attività di socializzazione in Salcedo,Tenares,Villa Tapia , in Repubblica Dominicana , a sostegno dei bambini con disabilità.

Di seguito le note che ci hanno inviato dal Centro de atencion a la Diversidad, di Salcedo:


Quest’anno 2022 abbiamo costituito una grande squadra , è stato possibile, dopo la pandemia COVID 19, riprendere il campo estivo “Avventure nella Diversità , Esplorando insieme”.
Sono stati selezionati 150 partecipanti fra gli studenti della “Scuola di appoggio alla diversità”, altri docenti del centro e alcuni amici dei partecipanti, dal 1 al 15 agosto.

Oltre agli obiettivi stabiliti per il campo, quest’anno è stato aggiunto un programma che promuove il divertimento e la ricreazione, la condivisione e la creazione di nuove amicizie, importante dopo la pandemia.

Promuovere un ambiente di sana convivenza, attraverso la realizzazione di attività dinamiche e divertenti in ambienti naturali, valorizzando nei bambini lo sviluppo delle loro abilità e abilità, è l’obiettivo generale stabilito per questo campo.

Inoltre:

  • Promuovere la socializzazione e l’interazione di tutti i bambini con bisogni specifici di supporto educativo associati o meno alla disabilità in un ambiente di ricreazione e accettazione della diversità.
  • Coinvolgere i partecipanti in attività che rafforzino la loro autostima scegliendo, decidendo e sviluppando capacità di espressione e creazione artistica adeguate ad ogni età; condividere la loro esperienza con altri bambini godendo del lavoro di squadra.
  • Fornire tecniche e conoscenze pratiche attraverso la realizzazione di attività divertenti e costruttive che permettano loro di acquisire nuove competenze e abilità.
  • Sensibilizzare bambini e adolescenti ad acquisire competenze e comportamenti positivi, promuovendo valori e condivisione in spazi di amicizia.

A causa della carenza di personale è stato necessario avere un team esterno di volontari e collaboratori, per lo più composto da studenti del Liceo Scientifico Medico Miguel Canela Lázaro e insegnanti di Educazione Fisica dei centri educativi della provincia , che sono stati un grande supporto.

Sono state sviluppate due intense settimane di attività che hanno offerto ai partecipanti diverse escursioni nella provincia e una a Santo Domingo, una giornata d’arte con diversi workshop simultanei, una giornata sportiva, tra le altre attività interessanti.

Ogni giornata quotidiana è stata caratterizzata dalla partecipazione e dalla dedizione  di tutti i soggetti coinvolti, sono stati giorni di grande divertimento, gioia nei volti dei partecipanti e soddisfazione delle famiglie.  
C’è stata  un’ottima presenza, integrazione e responsabilità delle famiglie.

È stato proposto che questo programma rimanga come un esempio per essere migliorato ogni anno, allo stesso modo in cui verrà costituita una commissione responsabile dell’organizzazione del campo.

Quest’anno si è percepito un punto di forza nel sostegno delle istituzioni che, insieme al contributo di ColorEsperanza, hanno permesso di svolgere l’attività coprendo l’intero budget con i loro contributi.

Le risorse ricevute da ColorEsperanza sono state destinate a coprire parte del pranzo, il supporto per il trasporto e l’acquisto di materiali per le attività.

Grazie mille a ColorEsperanza , Elena, direttrice CAD

Haiti: la situazione e’ completamente fuori controllo : bande armate , violenza, distruzione

LINK:

Cosa sta succedendo ad Haiti
Missione internazionale ad Haiti

Tra le proposte del Segretario Generale ONU Guterres: il rapido dispiegamento di una forza armata ad azione rapida, composta da personale militare di una o più nazioni straniere, per aiutare la Polizia Nazionale.

Da metà settembre, una potente coalizione di bande pesantemente armate, guidata da un ex poliziotto, ha bloccato l’accesso al principale terminal di rifornimento di carburante, ai porti marittimi e alle strade di Haiti.

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Martedi 31 Maggio 2022- Visita al Museo/Murale delle classi 5° della scuola Rita Levi Montalcini e della 1° media Margherita Hack – Cernusco

Martedi 31 maggio 2022

Visita guidata al Museo per la 5° primaria della scuola Rita Levi Montalcini e per la 1° media della scuola Margherita Hack di Cernusco.

Mattinata interessante e partecipata dove gli alunni di 1° media hanno potuto raccontare le loro conoscenze apprese a scuola ed approfondire la storia di Cernusco e la vita di donne coraggiose che hanno lasciato un segno positivo nella società.

Visite al Museo/Murale delle classi 5° della scuola Rita Levi Montalcini – Cernusco

Visita del 28 aprile 2022

Classi dell 5° primaria

Visita del 10 maggio 2022

Uscita all’Open Air Museum

Il 10 Maggio 2022 siamo andati in gita con i compagni di classe e gli insegnanti ad osservare un murale sulle donne che hanno lottato per la libertà.

Ogni volta che percorro la strada di casa, passo lungo il cammino del murale e mi domando perche’ l’hanno dipinto e che storia ci sia dietro a questo splendido murale.
Prima di fare questa gita, Flavio ci ha raccontato la storia di due donne che si chiamavano Rita Levi Montalcini e Margherita Hack.

Quando siamo arrivati c’erano due persone, Rosella e Luciano, che ci hanno accompagnato lungo il percorso. Ci hanno raccontato la storia di ogni donna e ad ognuna di loro hanno dedicato un fiore che le rappresentano.

Al centro c’e’ la storia chiamata ” … Cernusco e un più in là” che narra i vecchi monumenti della nostra città.

Mi ha colpito molto che hanno dipinto anche il duomo di Milano e l’origine dell’universo dopo il Big Bang.

A un certo punto , mentre ascoltavamo le spiegazioni, e’ passato di là per caso la persona che ha fondato una delle cascine di Cernusco, Nibai .
Prima di iniziare l’ascolto, Rosella ci ha detto che era un’insegnate di Flavio alle medie.

Quando stavamo rientrando a scuola, con la mia compagna Silvia, discutavamo se ci fosse piaciuta questa bellissima gita.
Una volta entrati in classe eravamo tutti stanchi morti, sudati ed affamati ma contenti dell’escursione che abbiamo vissuto e condiviso.

Un alunno della 5° primaria Montalcini- Cernusco

Il nostro aiuto alla ricostruzione in Haiti dopo il terremoto di agosto 2021

Ci scrivono i padri Gesuiti che abbiamo sostento in ottobre con le donazioni raccolte nel 2021 (10.000€) per la costruzione di case di accoglienza:



Dopo il terremoto ad Haiti di Agosto 2021, la compagnia dei Gesuiti ha iniziato una campagna a favore della comunità per la costruzione di abitazioni nella zona conosciuta con il nome di Gran Sud.La CIJS (Commission d’Intervention des Jésuites dans le grand Sud) ha condiviso gli ultimi avanzamenti del progetto:
1. Firmato il 29 marzo il protocollo d’accordo tra CIJS, CPAL (Conferencia de Provinciales Jesuitas de América Latina Latina y el Caribe) e Red Javier (rete Gesuita Internazionale) per garantire una maggior efficienza per il progetto;
2. Effettuata visita della zona del Gran Sud con i coordinatori locali;
3. Presentato e validato il progetto con tutta l’equipe il 25 aprile;
4. Selezionate le famiglie beneficiarie del progetto che saranno coinvolte nelle fasi costruttive delle abitazioni;
5. Formazione dei muratori, principalmente sulle misure antisismiche e antitornado, e supporto sull’organizzazione del lavoro per rispettare i tempi di costruzione.

La prima fase di costruzione ha avuto già inizio a maggio 2022, come da calendario stabilito, nelle seguenti zone:
– Ducis et Sucrerie Henry, nel Departamento del “Sud”- Corail, nel Departamento de la “Grand Anse”.

link: Raccolti 10.000 euro per le popolazioni di Haiti

“Donne Favolose”: gli studenti di una scuola primaria, via sant’Ossola di Milano, riflettono sulle storie di donne coraggiose assieme a ColorEsperanza

04/04/2022 Oggi giornata intensa.
Ho incontrato 5 classi della scuola primaria, di via Sant’Ossola a Milano, per parlare di DONNE FAVOLOSE dopo che gli insegnanti han fatto loro leggere il libro e rielaborare i testi.

ColorEsperanza-Roberto Codazzi

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Venerdi 6 maggio 2022, ore 18.00 – incontro con Riccardo Noury – Amnesty International Italia – “Donne che cambiano il Mondo”- in libreria del Naviglio- Cernusco

Venerdi 6 maggio alle ore 18.00

presso la Libreria del Naviglio. Cernusco sN,

per riflettere insieme sulle “donne che cambiano il mondo”.

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Riccardo Noury , portavoce di Amnesty International Italia presenterà il suo libro
” La stessa lotta, la stessa ragione

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Roberto Codazzi di Coloresperanza il libro”Donne Favolose

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Evento organizzato da:
Coloresperanza, Coraggiosa, ACLI Cernusco, UDI Donne di Oggi, Banca del Tempo, Scout CNGEI

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Amnesty International Italia è una comunità organizzata di oltre 84.000 persone tra soci, donatori, attivisti e staff che promuovono i valori sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Nasce nel 1976.

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Riccardo Noury, 47 anni, è portavoce e direttore dell’Ufficio Comunicazione della Sezione Italiana di Amnesty International, organizzazione cui è iscritto dal 1980. E’ autore di numerosi testi sui diritti umani, soprattutto sui temi della pena di morte e della tortura.

Riccardo Noury portavoce di Amnesty International Italia, autore di “La stessa lotta , la stessa ragione”
Elisabetta Ranghetti, scrittrice , autrice della favola sulla vita di Ilaria Alpi di “Donne Favolose”
Roberto Codazzi, vice presidente di Coloresperanza, curatore del libro ” Donne Favolose”

Sabato 23 Aprile 2022: Visita guidata al Open Air Museum : “Donne per la Pace”

Sabato 23 aprile 2022, alle ore 15.00
all’interno delle iniziative
“I colori del 25 aprile”
promosso da ANPI e molte altre associazioni, realizzeremo una passeggiata per l’Open Air Museum
di via San Francesco a Cernusco sN, Mi.

concentrandoci soprattutto sulle figure femminili raffigurate che si sono spese per la pace, come i premi Nobel Malala e Leymah Gbowee o le scienziate Rita Levi Montalcini e Margherita Hack che hanno conosciuto la repressione del regime fascista.

La guerra non si ferma con la guerra!

Lettera aperta degli insegnanti sulla guerra e sulla pace


Lettera aperta degli insegnanti sulla guerra e sulla pace

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Il 24 marzo, ad un mese dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, Papa Francesco ha rilasciato una dichiarazione molto severa sull’aumento dei bilanci militari: «Mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il 2% per cento del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia!»
Un importante quotidiano nazionale il giorno dopo collocava il riferimento al discorso del Pontefice a pagina 14: meno di cinquanta parole, compreso il titolo. Probabilmente qualcuno avrà cinicamente chiesto, come Stalin, 75 anni fa, riferendosi ad un altro pontefice, “Ma quante divisioni ha il papa?”. Molto probabilmente, nel peggiore dei casi, gli avranno dato del filo-putiniano, nel migliore avranno detto di lui che è un “pacifista profetico”, buono per i periodi di pace ma non di guerra, ovvero un utopista imbelle.
Il problema è proprio questo: Bergoglio in verità è un realista e di quelli seri, perché prende sul serio il rischio di una escalation della guerra fino all’esito di un conflitto nucleare generalizzato, ovvero la morte di centinaia di milioni di esseri umani, tanti quanti secoli e secoli di guerre non hanno ancora visto. E realisti sono coloro che come noi sono terrorizzati dalla follia dell’ineluttabilità della guerra che sembra aver contagiato quasi tutti, in una specie di riflesso condizionato di azione e reazione, senza apparente via d’uscita, senza alternative che non siano uccidere o morire.
Ed è questa l’angoscia che noi, donne e uomini che insegniamo, sentiamo quando guardiamo negli occhi i nostri studenti. Una terribile mancanza di senso ci invade se questo è lo scenario: a cosa è servito tutto il nostro lavoro, la fatica della trasmissione della nostra eredità culturale, la grande tradizione politica dell’Occidente, se adesso l’unico futuro che sembra possibile è quello della morte data e ricevuta, della fine della politica che è invece arte e pratica della vita nella comunità?
Politici, giornalisti e opinionisti sembrano giocare con le parole della guerra, fino ad interrogarsi sulla possibilità/necessità di arrivare allo scontro finale, cioè alla distruzione dell’umanità e del pianeta in un conflitto nucleare, come fosse un’opzione tra le altre. Alcuni arrivano fino a denunciare la decadenza dell’Occidente ormai incapace di affrontare il rischio della guerra per difendere i propri valori e, quasi fossimo nel 1914, salutano la guerra come la prova che rinvigorirà attitudini virili ormai perdute. Noi insegniamo invece che nel 1914 avevano ragione quegli uomini e quelle donne che lottavano nelle piazze per la pace e denunciavano la follia e la strumentalità della guerra, scatenata anch’essa, vale la pena ricordarlo, da una grande potenza che aveva attaccato un piccolo stato per rimettere in discussione gli equilibri mondiali. Insegniamo che la guerra una volta scatenata ha una sua logica feroce che è supremazia attraverso la morte e la distruzione, che la guerra riconosce il diritto della forza mentre la nostra cultura politica, i nostri valori sono quelli di riconoscere la forza del diritto. Insegniamo che questa storia e questa logica possono e devono essere superate da altre modalità di rapporto tra gli esseri umani proprio abbandonando quel paradigma maschile di una storia che nasce e si perpetua attraverso la guerra e la forza, forza che, come scriveva Simone Weil nel 1939, riduce gli esseri umani a cose.
Avere dubbi non sulla necessità di salvare le donne e gli uomini dell’Ucraina dalla guerra che è stata loro imposta dall’imperialismo autocratico di Putin, ma sul modo per farlo è giudicato “intelligenza col nemico”, se non addirittura vigliaccheria. Che fine ha fatto la lunga strada che ha permesso di riconoscere la legittimità giuridica e morale dell’obiezione di coscienza, della non violenza come pratica politica? Cosa è successo da quando don Milani ha scritto la Lettera ai giudici? Come possiamo chiedere alle giovani e ai giovani russi di disertare la guerra del loro paese, cambiando i destini dell’Europa e del mondo, se noi stessi non siamo in grado di uscire dalla logica amico/nemico della guerra? Non sentiamo più la voce degli Hibakusha, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki? Loro sanno cos’è la guerra nucleare. Ci siamo dimenticati dell’appello che Albert Einstein e Bertrand Russell lanciarono per il disarmo nucleare agli inizi della guerra fredda?

La guerra ormai c’è. Nulla è stato fatto sul piano politico per evitarla, e si sarebbe potuto
costruendo un altro equilibrio politico dopo il 1989. Chi avrebbe potuto ha preferito sempre
lo strumento delle armi. Le scelte sono state fatte. Il problema adesso è pensare,
ragionare, costruire politiche e relazioni su come uscire dalla guerra.
Allora noi realiste e realisti, che prendiamo sul serio la guerra, la vita e la morte, al
contrario di tutti coloro che gridano “libertà o morte”, chiediamo ai nostri governi di stabilire
una linea rossa da non oltrepassare perché non esiste un al di là di una terza guerra
mondiale, di una guerra nucleare generalizzata.


La guerra non si ferma con la guerra, perché la violenza genera violenza, l’odio genera odio e l’intransigenza genera altra intransigenza, come diceva Martin Luther King. Invece di ripercorrere le solite strade lastricate di morti (sempre più civili a partire dalla seconda guerra mondiale) e lasciarsi scorrere sul piano inclinato che rende senza alternative l’escalation del conflitto, occorre avere il coraggio morale e intellettuale di ripensare la politica a partire dal presupposto che la guerra, e cioè la liceità dell’omicidio e della violenza, deve essere espulsa dalla storia, in quanto negazione stessa dell’umanità.


Milano, 28 marzo 2022