Giulia Giudici, autrice di un capitolo del libro Haiti: l’isola che non c’era, ci ha inviato il racconto di come ci si può sentire ad essere giovani donne bianche alle prese con il trasporto pubblico haitiano.
A/R IN UN CARRO BESTIAME
Lo stupore è una sensazione che per antonomasia nasce spontaneamente. Beh, purtroppo o per fortuna, mi scopro sempre più spesso a sforzarmi di stupirmi! Perché è impensabile che la mia cultura, la mia formazione, la mia disciplina europee, abituate a circostanze e situazione corollate dal rigore del buon senso e del viver comune, possano rimanere indifferenti davanti a scenari che riportano alla memoria, tutt’altro che in rari casi, usanze, senza offese, primitive!
Sicuramente, questa dell’abbandono dei pregiudizi, è una delle tappe prefissate che il cooperante deve superare prima di potersi guadagnare l’appellativo di “cittadino del mondo”. Ma, nel mio caso, non ho mai corso troppo, lungo il mio cammino, e non ho mai bruciato le tappe senza che questo implicasse un grande impiego di energia e fatica! Credo, quindi che il fatto di riuscire a sopportare situazioni a volte estreme, secondo i canoni della società a cui appartengo, sia reso possibile dall’attrazione per l’altro, il diverso…l’esotico, che sempre mi ha affascinato ed accompagnato durante i miei viaggi.