Chiara, volontaria di ColorEsperanza, sta lavorando da settembre presso Oné Respe e l’Hogar Virgen de Lourdes, promuovendo lo sport come attività socializzante per i giovani delle baraccopoli. Nel week end tra il 23 e il 24 ottobre si è recata in visita a suor Nidia, a Wanament, dove le suore juanistas hanno una casa. In una mail ci racconta le disavventure che ha dovuto affrontare per passare la frontiera tra Haiti e Repubblica Dominicana.
Come alcuni sanno proprio questo weekend (che tempismo!!!) sono stata ad Haiti (Wanamente) per passare un po’ di tempo con Suor Nidia e partecipare alla festa del centro dove i gruppi di donne fanno i laboratori di artigianato. (…)
Ho saputo dell’emergenza colera proprio dalla telefonata di papá sabato mattina quando ero sulla guagua per Dajabon!
Io a Gurabo non sapevo niente (fino a giovedí sui giornali non ho visto nulla e venerdí sono stata scollegata col mondo, come spesso mi capita qui!).Arrivata a Dajabon ho cercato un giornale per tutto il paese e non l’ho trovato: incredibile come in questa cittá dove si svolge il grande mercato binazionale tra Haiti e la Rep. Dom. arrivino i giornali col conta gocce e gente debba prenotarli! La signora del mitico ristorante dove abbiamo mangiato sempre quest’estate mi ha accompagnata col motorino in tutti i colmado e farmacie e alla fine mi ha detto che per leggere il giornale sarei dovuta andare in banca o dal parrucchiere…
Intanto la camionetta dell’esercito giocava a guardia e ladri con i venditori ambulanti haitiani che si nascondevano nella parrocchia di padre David e un gruppo di persone mi ha detto che li cercava per rispedirli dall’altra parte. Bha.Lunedí mattina mi sono alzata presto e sono ingenuamente tornata al ponte sul rio Massacre che divide Dajabon a Wanamente convinta che in 10 minuti sarei stata sulla guagua per tornare a Santiago…ehehehe avevano chiuso la frontiera!
Il bello é che le autoritá dominicane hanno preso questa decisione senza avvisare neanche i comuni di Dajabon e Wanamente (Suor Nidia ha chiamato niente meno che il sindaco di Wanamente e in comune le hanno detto che non ne sapevano nulla). I caschi blu che presidiano la frontiera ci hanno detto che erano stati informati che ci sarebbero stati maggiori controlli (come volessero controllare il passaporto dei batteri del colera non me lo immagino), ma che non erano stati informati della chiusura della frontiera.Chi ha visto il mercato do Dajabon si puó immaginare il disagio, se cosí vogliamo chiamarlo. Centinaia di persone e camion e carretti ai blocchi partenza per il mercato del lunedí mattina…y ya…il mercato non s’ha da fare!! Ehehe mi veniva da ridere La gente che spingeva veniva allontanata a suon di manganellate, ma delicatamente.. Non mi stupisce che sia finita a sassate e lacrimogeni (non vi preoccupate,a quell’ora avevo giá attraversato la frontiera).
Nella confusione hanno anche rubato il cell a Suor Nidia che in 15 secondi se l’é fatto restituire…che mujer de guerra, come dice Mari!
Abbiamo provato a passare sia per ponte vecchio che per il ponte nuovo ma c’era sempre un muro di caschi blu con con tanto di mascherina. Appena ci vedevano se la toglievano per salutarci, darci la mano e baciarci!?!?! Anche i batteri sono razzisti e colpiscono solo gli haitiani poveri.
Con un po’ di pazienza sono riuscita a passare dall’altra parte del ponte: il pass di Solidaridad Fronteriza fa miracoli! Lo proveró per entrare al Plastic di Milano.
Oggi Josué (il fartello di Mari) mi ha detto che un suo conoscente che lavora come camionista e fa la spola tra la RD e Haiti é bloccato a Wanamente….mi é andata bene!