Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una lettera da uno dei nostri partner dominicani, la ONG Oné Respe, che lavora nelle baraccopoli di Santiago e di Haina. Oné Respe è stata anche uno dei destinatari dei fondi raccolti dopo il terremoto ad Haiti per le azioni di sostegno ai profughi che ha messo in atto.
Abbiamo riassunto e tradotto alcuni passaggi della lettera, l’originale, in spagnolo, è disponibile qui:Viralata No. 65 La lluvia no es igual para todos.
Le piogge di ieri ad Haina hanno portato via sette abitazioni nella zona El Cacique e ne hanno inondate altre 35 e più situate a Bella Vista vicino al torrente che è esondato, come sempre, a causa dell’immondizia accumulata nei canali di scolo. Tutto perchè le acque non sono adeguatamente canalizzate, perchè le promesse fatte in campagna elettorale non sono state mantenute e per la negligenza del governo. Insomma la solita vecchia storia.
Le case hanno subito danni irreparabili. Parecchie sono andate distrutte perchè già precarie o perchè costruite a ridosso del torrente, in aree alluvionali dove però la gente continua a tornare perchè non sa dove andare e non ha altro posto dove vivere.
La pioggia finisce così per mostrare quella disuguaglianza sociale frutto di una logica di potere che mette l’interesse economico e politico al di sopra del diritto alla vita.
Questa volta le piogge hanno colpito maggiormente gli immigrati haitiani da poco arrivati nella comunità di Bella Vista che per ovvie ragioni avevano occupato le residenze più povere situate in zone insicure, malsane e soggette a inondazioni.
L’acqua ha danneggiato la fossa settica della nostra scuola comunitaria nel quartiere El Cacique: una parte del pozzo ha ceduto e le acque nere si sono riversate in basso verso la discarica che condiziona la vita delle varie comunità che la circondano come la comunità California.
Da una inchiesta recentemente fatta a Bella Vista e El Cacique, su 42 bambini intervistati 8 soffrivano di infezioni alla pelle, 4 avevano febbre e diarrea, 3 presentavano problemi respiratori e allergici, 3 avevano febbre. Alcuni dei bambini intervistati hanno abbandonato la scuola per andare a “guadagnarsi da vivere”.
A guadagnarsi da vivere?
Sono bambine impiegate come lavoratrice domestiche, bambini che fanno i lustrascarpe o “lavorano” nella discarica a raccogliere cose vecchie e materiali riciclabili che poi rivendono a gente che a volte li maltratta. Altre bambine di 11 e 12 anni si occupano dei fratellini, “tirano avanti la casa” perchè i genitori o di chi per essi possano uscire di casa a cercare di che “tirare avanti”.
Terra e ricchezza non sono distribuite equamente e la breccia tra ricchi e poveri sta aumentando. Piove dappertutto ma la pioggia non è la stessa per tutti. Per alcuni è fonte di preoccupazione, incertezza, inquietudine ed è percepita come una minaccia.
Ieri nelle comunità di Bella Vista e El Cacique è piovuto molto ma nessuno ha goduto della bellezza della pioggia.