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L’isola di Española è divisa tra dominicani, meticci e economicamente più stabili, ed haitiani afrodiscendenti neri e per l’80% estremamente poveri.
Quasi 800mila persone di origine haitiana vivono oggi nella Repubblica Dominicana e quotidianamente si scontrano con comportamenti razzisti, rimpatri forzati, discriminazione e violenze.
La maggioranza di loro non ha documenti e questo impedisce loro di accedere a istruzione, sanità e lavoro legale, esponendoli allo sfruttamento e alle violazioni dei principali diritti umani.
Le autorità dominicane negano ai figli degli immigrati haitiani nati nel loro paese i certificati di nascita e di conseguenza l’accesso alla cittadinanza, nonostante tutto questo rappresenti una chiara violazione della Costituzione.
Sono sorte grandi baraccopoli di immigrati haitiani e di contadini dominicani che hanno abbandonato le proprie terre ricadendo in una nuova fascia di povertà. Qui scarseggiano acqua e corrente elettrica.
Le maggiori entrate economiche del paese sono date dalle Zone Franche, dove non esistono diritti sindacali e spesso si sfrutta la mano d’opera, dal turismo gestito da capitali stranieri che non lascia quasi nulla ai dominicani, e dall’agricoltura che sta subendo il colpo di grazia dopo l’entrata in vigore dei trattati di libero commercio.