Da Le Monde Diplomatique del maggio 2011
La lotteria della speranza
di MARIE-JOSÉ HOYET
A un anno o poco più dalla catastrofe, come c’era da aspettarsi, la visibilità mediatica acquisita da Haiti durante e subito dopo il terremoto sta scemando e, spenti i riflettori, la patria di Toussaint Louverture torna a essere «l’isola dimenticata». Fortunatamente molti operatori locali e stranieri continuano a lavorare in loco e tentano di far sentire anche in Italia la loro voce attraverso testimonianze, progetti e pubblicazioni. In Haiti: l’isola che non c’era, i due curatori hanno riunito o rielaborato alcuni testi brevi scritti da autori che a vario titolo si sono interessati ad Haiti: perché nativi come Suzy Castor e Nikos Moïse (che con un testo molto chiaro ci fornisce i lineamenti basilari per capire il vudù), oppure perché hanno a cuore il destino dell’isola, come Chomsky. Gli altri contributi ruotano intorno all’associazione culturale per la cooperazione «ColorEsperanza» o a progetti di sviluppo riguardanti Haiti e la Repubblica dominicana. Così come il 12 gennaio è stato lo spartiacque tra la vita di ieri e quella di oggi, il volume si divide in due parti: la prima contiene riepiloghi sulle dinamiche storiche, date e cifre; la seconda, focalizzata sulla realtà odierna e su alcuni possibili interventi in vista della ricostruzione del paese, denuncia situazioni preesistenti che si sono drammaticamente aggravate dopo il 12 gennaio, come ad esempio la discriminazione e la violenza di cui sono vittime gli haitiani rifugiati nelle baraccopoli dominicane. Corredato dalle foto di Stefano de Grandis, il volume – i cui proventi delle vendite sono destinati a progetti di sviluppo – si presenta come un valido strumento d’informazione sulla crisi in atto nell’isola caraibica. Del secondo volume è autore Alessandro Corallo che ad Haiti aveva già dedicato un primo libro (Ad Haiti si nasce ultimi, Emi, 2006) e che nell’isola ha effettuato numerosi soggiorni legati alle attività della onlus italiana Anpil (Amici nella promozione internazionale lasalliana), da vent’anni nell’isola, il cui nome in creolo significa «molto». Pur non essendo presente durante il terremoto – stava lavorando in Italia alla redazione della trasmissione «Striscia la notizia» – l’autore ci consegna un diario preciso e vivace della fase di emergenza. Accadimenti che ha seguito attraverso i media ma soprattutto attivando i contatti con tutte le persone che conosceva via internet o skype, riuscendo anche a fungere da tramite fra varie istanze locali e internazionali. Recatosi ad Haiti dopo due mesi, mentre cerca di notizie di persone conosciute precedentemente e soprattutto di bambini a cui vanno sempre i suoi primi pensieri, ci fornisce man mano un quadro sempre più desolato della situazione di questa terribile giornata in cui «è avvenuta l’estrazione della lotteria della vita» che ha toccato per la maggior parte «i più poveri fra i poveri». La cronaca in presa diretta del viaggio di ritorno di Corallo ci porta da una baraccopoli a una tendopoli, dalla gigantesca fossa comune di Titanyen – il «Piccolo niente», già tristemente famose nell’epoca duvalierista –, ma anche in luoghi di accoglienza per bambini dove svolgono un lavoro immane laici e religiosi. Il progetto messo in piedi, non senza imprevisti burocratici, dall’Anpil prevede il «salvataggio» dalla strada di cento bambini, che vengono prima spostati in una nuova casa per essere «accuditi e soprattutto amati». Molto commovente l’episodio del trasferimento a bordo del bus-tap tap durante il quale la maggior parte di loro vede il mare per la prima volta. La tutela di bambini che lottano per la sopravvivenza e, in generale, dell’infanzia a rischio di esclusione, passa anche attraverso vari programmi di adozione dell’Anpil (a cui i diritti d’autore di questo libro saranno interamente devoluti), che l’autore segue personalmente. Questi due volumi, pur partendo da presupposti tragici, sottolineati anche dai titoli loro attribuiti (ricordiamo anche quello di M. Bello e A. Demarchi: Haiti innocenza violata, appena pubblicato da Infinito e recensito nella Diploteca di aprile) e nonostante l’oscuro quadro che si va delineando, hanno il merito di offrire il punto di vista di testimoni privilegiati e di insistere sulla grande attenzione portata all’educazione dei bambini, invitandoci alla speranza e ribadendo che con solidarietà e sforzo collettivo «un’altra Haiti è possibile».
note:
HAITI: L’ISOLA CHE NON C’ERA a cura di Helga Sirchia e Roberto Codazzi Ibis, 2011, 12 euro HAITI NON MUORE Alessandro Corallo EMI, 2010, 10 euro