Nel 1999 e’ stata istituita la giornata internazionale contro la violenza sulle donne per volontà delle Nazioni Unite, il 25 Novembre.
Nel 1960, sessanta anni fa’, il 25 Novembre 1960, le tre sorelle Mirabal , Hermanas Mirabal in spagnolo, Patria, Minerva e Maria Teresa, oppositrici della feroce e sanguinosa dittatura di Trujillo , mentre facevano visita ai loro mariti incarcerati dal regime, vennero arrestate, torturate e violentate prima di essere uccise. La loro auto fu scaraventata da un dirupo per simulare un incidente.
“Sessant’anni fa quel fatto rappresentò l’inizio della fine della dittatura di Trujillo, oggi rappresentano la bandiera della lotta per i diritti delle donne e contro la cultura machista” sono le parole di Jaime David Mirabal, nipote delle tre sorelle, figlio di Bélgica, l’unica, all’epoca a essere rimasta incolume.
Jaime, attivo politicamente socialmente, ha ricoperto nel recente passato la carica., prima di vice presidente della Repubblica, poi di ministro dell’ambiente e dello sport.
Ha studiato psichiatria a Trieste, alla scuola di Basaglia , riportando i suoi modelli in Repubblica Dominicana e applicandoli anche al carcere di Salcedo, la città di origine della famiglia, un caso unico nell’ isola per le modalità rieducative adottate che fanno leva sul rispetto e i diritti dei detenuti valorizzandone la dignità.
Mese: Novembre 2020
25 Novembre , giornata contro la violenza delle donne, intitolata alle tres Hermanas Mirabal, tre donne che ci sono molto care
Il 25 novembre si commemora la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La data e’ in onore alle tre sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, massacrate dal dittatore Trujillo, il 25 novembre 1960, perche’ oppositrici del regime, in Repubblica Dominicana.
Jaime David Fernandez Mirabal, un figlio della quarta sorella “Dede”Mirabal , ha ricoperto la carica di vicepresidente della Repubblica dal 1996 al 2000, successivamente ministro dell’ambiente e dello sport.
La nostra associazione collabora da anni con Jaime David Fernandez Mirabal, in Salcedo, su molti progetti come quelli legati alla scuola , all’assistenza sociale, alla difesa dei diritti della donna, al centro di sostegno alle vittime di violenza, all’umanizzazione del carcere inteso per il recupero delle persone.
E’ uscito il nuovo libro “Haiti: il terremoto senza fine”
Dieci anni fa, dopo i primi mesi in cui come ColorEsperanza ci siamo mossi a vari livelli per portare sollievo alla popolazione haitiana colpita dal terremoto di Port-au-Prince, decidemmo di impegnarci a scrivere un libro “Haiti: l’isola che non c’era” che servisse come piccolo manuale per capire la terra dell’isola di Hispaniola.
Nei mesi e anni successivi ad Haiti arrivarono fondi di cooperazione, ONG, vip di ogni sorta e paesi interessati ad utilizzare la tragedia per posizionarsi sullo scacchiere internazionale.
“Haiti: il terremoto senza fine “
Dopo 10 anni ho sentito la necessità di raccontare come quella terra, più volte martoriata dagli eventi naturali, abbia vissuto la presenza internazionale e come il processo di recupero dalla tragedia non sia mai avvenuto.
Per farlo ho chiesto aiuto a un po’ di amici.
Ecco la struttura del libro:
Stefano Zanni ci riporta al giorno del terremoto e alla cronaca dei primi concitati giorni segnati anche da azioni come il lancio di aiuti con gli elicotteri
Io racconto come la cooperazione internazionale, quella italiana, i Caschi Blu, i Clinton e varie altre personalità si sono mossi sulla scena, facendo memoria di come il colera arrivò ad Haiti, degli scandali sessuali, degli sprechi e delle improbabili candidature alla presidenza.
Alejandra Duarte Caro ci porta dentro alle baraccopoli di Port-Au-Prince dove ha vissuto per un anno come volontaria. Il suo copitolo apre alla speranza raccontando di un’esperienza che funziona.
Giulia Giudici ad Haiti ci ha vissuto per anni, avanti e indietro dalla frontiera in molteplici ruoli. Lei ci porta al dramma dell’emigrazione, di chi da Haiti prova a ricostruirsi un mondo nella vicina Repubblica Dominicana (e di come vengono respinti).
E sulla reazione dominicana si sofferma Raúl Zecca Castel, antropologo specializzato dell’isola, dove in questi anni sono cambiate le leggi migratorie e di cittadinanza a danno della popolazione di origine haitiana.
Due amici antropologi, attualmente in Cile, Alejandra Carreño C e Andrea Freddi, guardano la situazione della diaspora haitiana dal Cono Sur dove molti migranti si sono recati per cercare di rinascere, in mezzo a molti problemi e a uno strisciante razzismo.
Fabrizio Lorusso, autore del libro La fame di Haiti, fa il punto sulla crisi politica degli ultimi anni legata anche agli scandali di PetroCaribe.
Un libro su Haiti non poteva far sentire la voce degli haitiani. Importantissimi i contributi di Wilguens Louis (Maitre Will) sulla speranza per il paese e di Jude Derifond sulle bellezze nascoste.
Insomma, un lavoro corale, come piace me, per aprire una finestra su una terra spesso dimenticata o mal raccontata.
Un lavoro fatto con l’aiuto di People che ci ha aiutato nella redazione e ci ha regalato questa bellissima copertina.
Da oggi si può comprare il libro sul sito, dal 12 novembre 2020 sarà anche nelle librerie.
Oh, se volete aiutarci a promuovere il libro, siamo supercontenti (chiamateci per presentazione on line, condividete i post, leggetelo e fateci sapere cosa ne pensate….)
Roberto Codazzi